La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia virale contagiosa ad andamento progressivo e con prognosi infausta sostenuta da un virus appartenete alla famiglia dei coronavirus (Tale denominazione deriva dal fatto che le particelle virali hanno una forma a corona). La malattia è diffusa su scala mondiale e colpisce oltre che il gatto domestico anche diversi felini selvatici. Nel gatto domestico sembra che alcune linee di sangue selezionate siano più esposte al pericolo di contrarre la malattia. L’età di maggiore rischio è fra 3 mesi e 3-4 anni ; Il sesso sembra non avere alcuna influenza.
Caratteri generali del virus
Il virus non è particolarmente resistente nell’ambiente; infatti mantiene la sua capacità infettante per sole 24 ore a temperatura ambiente, viene inattivato dai comuni disinfettanti e dal calore (56° per 60 minuti). A temperature frigorifere, invece, è capace di resistere per molti mesi.
I coronavirus responsabili della malattia sono di due tipi: il tipo 1 (FCoV-1) e responsabile del 85% dei casi di malattia conclamata mentre il tipo 2 (FCoV-2) ne sostiene la restante parte. Sia nell’ambito del tipo1 che del tipo 2, esistono ceppi che presentano gradi di virulenza diversa: alcuni hanno una virulenza bassissima o addirittura assente, mentre altri presentano un grado di virulenza elevato. Lo sviluppo della malattia dipende, quindi, sia dalle caratteristiche del ceppo virale implicato, sia dalle reazioni iniziali dell’organismo ( ad esempio sono più a rischio gli individui con altre malattie in corso, quelli stressati, malnutriti o geneticamente predisposti).
Sviluppo della malattia
Il virus penetra nell’organismo attraverso la via oro-nasale e si insedia inizialmente nelle cellule epiteliali dell’intestino. Alcuni ceppi, quelli enteropatogeni, capaci cioè di determinare una patologia intestinale, rimangono in questa sede mentre quelli responsabili della forma classica della peritonite infettiva felina, diffondendo attraverso i vasi linfatici e sanguigni, raggiungono diversi organi e tessuti. La replicazione virale nelle cellule che tappezzano il lume dei vasi venosi provoca una intensa vasculite ( infiammazione dei vasi ) con formazione di siero ricco di fibrina che si raccoglie nelle cavità dell’organismo.
La patologia tende ad evolvere ulteriormente se il ceppo virale implicato è ad alta virulenza e se l’organismo è debilitato a causa di altre patologie risultando incapace di contrastarne l’azione in maniera efficace.
Sintomi della malattia
La malattia può avere un esordio violento oppure può apparire con sintomi così blandi da poter passare inosservati; le condizioni dell’animale si aggravano progressivamente nell’arco di alcune settimane. I sintomi iniziali, poco caratteristici, possono essere: febbre intermittente ribelle ai trattamenti; depressione; perdita dell’appetito; perdita di peso; talvolta rinite e congiuntivite (infiammazione delle cavità nasali e della congiuntiva) e rigonfiamento progressivo dell’addome, Quest’ultimo è un sintomo caratteristico ma non sempre presente ed è dovuto all’accumulo di liquidi nella cavità addominale (peritonite).
La malattia può evolvere in due forme principali ::
A. Forma essudativa o Umida: è caratterizzata dall’accumulo di quantità crescenti di liquido nelle cavità addominale e toracica; in quest’ultimo caso si avranno anche difficoltà respiratorie. Altri sintomi comuni sono vomito, diarrea alternata a costipazione, sanguinamento delle gengive, sonnolenza ed, infine, ittero (la cute e le mucose assumono una colorazione giallastra). La forma umida, dove si hanno raccolte di liquido apprezzabili, è più facile da diagnosticare. La malattia si conclude con la morte dell’animale nell’arco di poche settimane (isoggetti più giovani muoiono più rapidamente).
B. Forma secca : In questa forma il versamento addominale è minimo o del tutto assente. Compaiono i sintomi generali menzionati sopra e ad essi si aggiungono nel tempo l’ ingrossamento dei linfonodi addominali e lesioni nodulari a carico dei polmoni , dei reni e di altri organi.
Altri sintomi si hanno a causa del coinvolgimento del sistema nervoso (tremori, rigidità muscolare, incoordinazione motoria, difficoltà locomotorie, incapacità a mettere a fuoco gli oggetti, diametro pupillare diverso fra un occhio e l’altro); se vengono coinvolti anche gli occhi si può verificare una infiammazione bilaterale.
La forma secca della FIP è più subdola e la diagnosi risulta più difficile. Il decorso di questa forma è più lento rispetto a quello della forma umida ma le prospettive di guarigione sono ugualmente scarse.
Mi spiace.
Ciao