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 angi82
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Post Inserito 09-02-2006 alle ore 10:35 |
Ieri sera durante le mie ricerche sulla distensione gastrica ho trovato questa storia...
Una notte di pioggia in pieno inverno. L'autista di un taxi che urla e pretende i soldi della corsa. Un uomo che i soldi non li ha perché è un barbone. E porta in braccio una lupa malandata dalla pancia gonfia...
ERA L'UNICA AMICA DI UN CLOCHARD.SI CHIAMAVA FIAMMA
E' passato molto tempo, ma il ricordo di questa storia rimane nella mia mente struggente e indelebile e mi commuove ancora oggi. Facevo il pronto soccorso notturno per potermi mantenere in università alla scuola di specializzazione. Era una notte di pioggia di un rigido inverno, quando improvvisamente dalla strada sentii un gran tafferuglio. Voci alterate, tese, forse ubriachi che litigavano. Incuriosito, andai fuori a vedere che cosa succedeva. C'era un taxista, che pretendeva i soldi della corsa, e c'era un uomo, che i soldi non li aveva. C'era anche un cane che stava male. Compresi la situazione, pagai di tasca mia il taxi e feci entrare immediatamente l'uomo e il cane. Solo allora mi resi conto che la persona davanti a me non era soltanto un uomo mal ridotto ma piuttosto un barbone, un clochard, come purtroppo ce ne sono ancora tanti a Milano.
Randagia lei e randagio lui
Si chiamava Fabrizio, mi disse, e Fiamma il suo cane, una femmina di pastore tedesco non più giovane. Quando si era accorto che la lupa stava molto male, Fabrizio aveva deciso di portarla il più velocemente possibile da un dottore e non aveva esitato a prendere un taxi. Per averglielo pagato non finiva più di ringraziarmi. Visitai subito Fiamma. Aveva una dilatazione gastrica acuta, un problema molto serio. Riferii la mia diagnosi all'uomo che, a dispetto delle apparenze, era persona di discreta cultura. Aveva con sé persino un testo di medicina, un manualetto di veterinaria preso chissà dove, e controllò quello che avevo detto. Mi occorreva un aiuto, subito. Nei pronto soccorso notturni, quando serve, si reperiscono assistenti a pagamento ma non ce n'era il tempo. Chiesi a Fabrizio la sua collaborazione e lui me la diede con perizia e discrezione. Feci al cane una lavanda gastrica, una procedura che sporca molto. Terminato l'intervento, mise spontaneamente tutto in ordine. Lavò anche il pavimento. Mentre lavoravo mi raccontò della madre, della famiglia che si era disgregata, della sua vita di abbandono per le strade, delle malattie mentali, dei manicomi, dell'incontro con Fiamma, una randagia come lui, dell'automobile che era diventata la loro casa, una macchina vecchia e abbandonata di cui parlava come fosse un hotel a cinque stelle. Dopo l'intervento non me la sentivo di mandarli via.Tenni la lupa con me in degenza e feci accomodare Fabrizio nella sala d'attesa, pregandolo di stare tranquillo. Gli offrii un torrone che mi avevano regalato. Lui lo apprezzò moltissimo, come un bambino.
Autobus 91, ultima corsa
Restarono lì tutta la notte, fino al mattino quando finì il mio turno. Stavano finalmente bene tutti e due. Congedandolo gli detti il mio biglietto da visita, dicendogli di chiamarmi per qualsiasi necessità. Non so come, ma questa storia si venne a sapere, e una signora della cosiddetta Milano bene prese a cuore Fiamma, ma ignorò Fabrizio. Era disposta a prenderla con sé, voleva portargliela via, riteneva non fosse in grado di accudirla. Non ci fu verso. Fiamma era l'unico affetto di quell'uomo. Fabrizio venne a trovarmi in ambulatorio circa un anno dopo. Tornò per dirmi che la lupa era morta. La dilatazione gastrica è recidivata. Anche quella volta non aveva i soldi per il taxi, non era riuscito a trovare un autista disposto a fargli credito e ad accogliere sulla sua vettura quel cane malandato. Disperato, aveva preso l'autobus 91, pregando il conducente di non fare le fermate obbligatorie, di portarlo direttamente al pronto soccorso. Ovviamente non fu possibile e durante il tragitto Fiamma lasciò per sempre lui, e anche me. Prima di dirmi addio mi disse ancora grazie: Fiamma gli aveva regalato un ultimo anno di compagnia, di gioia e di amore.
Testo raccolto da Loredana Vaccari
Ok La salute prima di tutto - N°8 - Gennaio 2006
 
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 Roby
Registrato dal: 26-09-2005
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Post Inserito 09-02-2006 alle ore 12:32 |
Che storia commovente...purtroppo sono davvero tanti i clochard per le strade della città..chissà quanti di loro avranno storie simili!!
Grazie Angi per aver trovato questa storia!
[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Roby il 09-02-2006 13:55 ]
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 dany69
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Post Inserito 09-02-2006 alle ore 15:33 |
Com'è amara la vita, a volte. Ci sono persone abbandonate e sole che riescono a essere meno sole grazie all'amore di un animale. E le cose vanno come nella storia che ha riportato angi.
Poi ci sono altre persone, prive di scrupoli, che invece sfruttano un povero animaletto per impietosire gli animi.
La bilancia non pende quasi mai dalla parte giusta.
La legge non è uguale per tutti.
La legge che impone di non sfruttare gli animali per l'accattonaggio probabilmente andrà solo a sfavore di qualche clochard - come quello della storia - che al suo animale ci tiene veramente.
Troppo pessimista?
Comunque, a parte le mie elucubrazioni, grazie angi per la commozione.
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 dafo77
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 parsifal
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_I diritti degli animali
ERA L'UNICA AMICA DI UN CLOCHARD.SI CHIAMAVA FIAMMA
