Qualcuno mi aiuti a capire cosa avesse la mia gatta

Forum La salute del gatto Qualcuno mi aiuti a capire cosa avesse la mia gatta

Questo argomento contiene 5 risposte, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da  jjj 1 anno, 3 mesi fa.

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  • #24325

    cociccona
    Partecipante

    Ciao a tutti

     

    La mia gatta aveva una anamnesi di stomatite e parodontite cronica felina: operata due per ascesso alla età di anni sei/sette, era stata poi trattata con antibiotici ed antinfiammatori in occasione delle periodiche riacutizzazioni della patologia. Mostrava, per il resto, una buona salute generale, sebbene le irritazioni si facessero sempre più frequenti: una all’anno nel 2013, 2014, 2015, due allanno nel 2016, 2017, 2018, tre nel 2019. A mia memoria la sua ultima crisi di stomatite fu nell’autunno del 2019: anche in quella occasione era stata trattata con la solita punturina di antibiotico e si era ripresa già a partire dall’indomani.

    Con il Covid aveva vissuto un periodo di incredibile felicità (decisamente la fase più serena della sua vita) grazie alla continua permanenza domiciliare di tutta la famiglia al suo fianco. Siffatta situazione si protraeva sino al raggiungimento degli anni 16 e mezzo.

    Erano tornate, a quel punto, le crisi di stomatite: sottoposta al solito trattamento, si riprendeva per pochi giorni per poi tornare ad esibire la solita sintomatologia, rendendo necessarie nuove somministrazioni attraverso una tortuosa girandola di visite e terapie. In totale, veniva portata in un primo studio a maggio 2022, per poi passare a giugno ad altro ambulatorio e, poi, ancora a quello precedente ed al successivo.

    Durante le analisi del sangue di routine, era trovato un principio di IRC (il c.d. “primo stadio”), ma la gattina rifiutava le pappe “renal”.

    Proseguiva, intanto, il trattamento della stomatite finché ad agosto suggerivo alla veterinaria un cambio nel principio attivo antibiotico utilizzato, suggerendo un fenomeno di antibiotico-resistenza: senza però che la richiesta venisse accolta.

    Ad agosto pesava 3,2 kg (suo pesoforma di lunga data).

    Iniziava un lungo trattamento a base di cortisonici ed antibiotici, della durata di un mese e mezzo: la somministrazione era stata gradualmente interrotta seguendo rigorosamente e letteralmente le indicazioni del veterinario curante. Durante il periodo di somministrazione, la gatta manifestava un portamento cadente, anoressia e letargia.

    La sintomatologia cessava a metà settembre con la conclusione del ciclo di antinfiammatorio, con una parziale risoluzione della stomatite.

    Premetto di vivere in una piccola città di montagna del Nord: ci sono alcuni ambulatori, ma l’ospedale veterinario specializzato è più vicino è a 50km (onde ci ripromettevamo di ricorrervi solo in situazioni davvero critiche, affidandoci per i fenomeni di routine alle cure ambulatoriali).

    Durante l’autunno e l’inverno 2022/2023 la gatta era apparentemente in salute, seppure sempre più in difficoltà nel salire e scendere dai letti e senza più correre per i corridoi (come aveva abitudine di fare fino ai 15 anni): domandava aiuto nel montare sui letti e, alle volte, sulle sedie. Diffidando della diligenza e della perizia dell’ambulatorio cui ci eravamo rivolti in estate, evitavo ulteriori visite in assenza di sintomi patologici evidenti.

    Verso febbraio-marzo 2023 il fenomeno si faceva progressivamente più evidente, ma imputavo tutto all’età anziana della paziente, cercando di supportarla con scale veterinarie e maggiori coccole.

    Il 27 marzo la gatta presentava i seguenti sintomi, indicati alla veterinaria:

    – iperattività diurna e notturna (della quale mi rallegravo),

    – polifagia (della quale mi rallegravo),

    – zoppia unilaterale posteriore, che mi induceva a portarla dal veterinario nonostante la fase acuta fosse già rientrata.

    Portata a visita il 29 marzo, veniva sottoposta ad analisi del sangue e RX. Risultava inoltre un calo del peso da 3,2 a 2,6 kg, non accompagnato da anoressia ma al contrario associato a polifagia ed abbondante appetito.
    Veniva tastato il rene.
    Veniva tastato anche il fianco, dal quale emergeva un apparente dolore lombosacrale da me prontamente (ma, forse, inopportunamente) spiegato alla veterinaria quale un fenomeno legato al taglio del pelo, in seguito al quale la micia da qualche tempo detestava essere toccata in quella sede.

    Dalle analisi del sangue si evidenziava quanto segue (riporto con “!”, dicesi “punto esclamativo” i valori giudicati anomali):
    ERITROCITI 11,84
    EMATOCRITO 43,6
    EMOGLOBINA 13,5
    MCV 36,8
    MCH 11,4 !
    MCHC 31,0
    RDW 30,0 !
    % RETICOLOCITI 0,0
    RETICOLOCITI 4,7
    EMOGLOBINA RETICOLOCITARIA 14,5
    LEUCOCITI 11,47
    % NEUTROFILI SEGMENTATI 69,9
    % LINFOCITI 15,9
    % MONOCITI 5,2
    % EOSINOFILI 7,9
    % BASOFILI 0,13
    PIASTRINE 525
    MPV 15,0
    PIASTRINOCRITO 0,79
    GLUCOSIO 109
    SDMA 16 !
    CREATININA 1,8
    UREA-N (BUN) 66 !
    RAPPORTO BUN/CREATININA 36
    FOSFATI 4,7
    CALCIO 10,8
    SODIO 167 !
    POTASSIO 4,8
    RAPPORTO NA/K 35
    CLORURO 120
    PROTEINE TOTALI 9,1 !
    ALBUMINA 3,2
    GLOBULINE 5,9 !
    RAPPORTO ALBUMINA / GLOBULINE 0,5
    ALT 94
    ALP 56
    GGT 8 !
    BILIRUBINA 0,3
    COLESTEROLO 150
    AMILASI 867
    LIPASI 532
    OSMOLARITÀ 348
    T4 TIROXINA TOTALE 1,2

    Le analisi venivano interpretate come non preoccupanti: veniva prescritta l’assunzione di chelanti del fosforo (con posologia di una somministrazione al giorno) e – per quanto possibile – di alimentazione renal o senior.
    Iperattività, polifagia erano valutate come indice di benessere e buona salute.
    Venivano altresì escluse eventuali patologie metaboliche o di altra natura.

    Dai RX risultavano numerosi ponti di artrite dalla schiena alla coda, ma non si evidenziavano fratture o lesioni.
    Era trovata una trasparenza sulle ali del bacino, le quali quasi non si vedevano, che veniva perplessamente spiegata con il fatto che la gatta – in quanto anziana – non fosse stata sedata, assumendo una postura asimmetrica e causando una inclinazione della radiografia.
    Per il resto la veterinaria non notava anomalie di sorta.

    Nei giorni successivi notavo crescenti poliuria e polidipsia, smentite dagli altri famigliari. La gatta iniziava a manifestare pollachiuria, urinazione in luoghi insoliti, con evidente stranguria.
    Le urine erano color rosa salmone: un solo giorno erano presenti coaguli (non è certo se di sangue o di che natura, non essendone stata svolta alcuna biopsia).
    Tergiversavo in quanto perplesso intorno alla scelta di uno studio veterinario, essendo diffidente nei confronti dell’ambulatorio appena visitato.
    Dopo circa 24 ore di ritenzione urinaria totale seguitava alle 11 del giorno 13 aprile un improvviso ed allarmante shock: la gatta emetteva un urlo singolo ed intenso, cadeva dalla sedia, tendeva in uno spasmo i muscoli del corpo allungandosi lungo il proprio asse spinale, estrofletteva la lingua, urinava massicciamente e perdeva i sensi per una decina di secondi, rialzandosi poi in modo del tutto spontaneo. A quel punto, credendola morta o gravemente ferita, eravamo costretti a riprendere contatti con l’ambulatorio presso il quale era stata visitata a marzo.
    Portata a visita urgente il 13 aprile sera, le analisi del sangue non erano ripetute visto il prelievo ematico di appena due settimane prima; il rene era nuovamente tastato; erano svolte le analisi delle urine.

    Dalle analisi delle urine emergeva la seguente situazione:
    COLORE straw
    ASPETTO slightly coloured
    PESO SPECIFICO 1025 !
    PH 6,0
    PROTEINE 100
    GLUCOSIO neg
    CORPI CHETONICI neg
    SANGUE 250 !!!
    BILIRUBINA neg
    UROBILINOGENO norm
    LEUCOCITI >50/HPF
    ERITROCITI >50/HPF
    BATTERI, COCCHI none detected
    BATTERI, BACILLI suspected presence (in un primo momento) / none detected (poi)
    CELLULE EPITELIALI SQUAMOSE non detected
    CELLULE EPITELIALI NON SQUAMOSE 6-10/HPF
    CILINDRI IALINI none dected
    CILINDRI NON IALINI none dected
    CRISTALLI DI OSSALATO DI CALCIO DIIDRATO none detected
    CRISTALLI DI STRUVITE none detected
    CRISTALLI DI AMMONIO BIURATO none detected
    CRISTALLI DI BILIRUBINA none dected
    CRISTALLI NON CLASSIFICABILI none detected

    In un primo momento apparivano tracce di sospetti batteri, poi erano escluse. Non risultando alcuna batteriuria, la dottoressa affermava l’inesistenza di fenomeni infettivi a carico delle vie urinarie ed escludeva la possibile instaurazione di una pielonefrite batterica: veniva diagnosticata una pura e semplice cistite idiopatica, dovuta a stress momentanei, prescrivendo un integratore urinary per il benessere delle basse vie urinarie.
    Insistendo noi intorno ai rischi insiti in una potenziale pielonefrite risalente dalle basse alle alte vie urinarie, ci veniva ribadito che non sussistessero pericoli di sorta e che – laddove proprio non si volesse accettare la tesi della idiopatia – ci si sarebbe dovuti rivolgere a qualcosa di molto più grave, come un tumore: avendo la paziente già svolto un esame RX, la veterinaria ci rasserenava (invero, ci è poi stato detto che non sempre i tumori renali sono visibili da RX e che sarebbe stata necessaria una ecografia interna).
    Al contempo, asseriva che gli shock si dovessero a forme di attacco epilettico liquidate come non allarmanti.

    Nelle settimane successive seguitava una situazione apparentemente non allarmante: oliguria, stranguria, pollachiuria ed evitamento della lettiera si ripetevano in occasione di episodi di sommo stress (da un esame universitario, ad una lite in famiglia, ad una riduzione delle coccole ed attenzioni, ad un maggiore stress familiare, alla lontananza da casa della famiglia) fornendo una apparente conferma alla diagnosi di cistite idiopatica offerta dalla veterinaria.
    Per il resto, la situazione sembrava rientrata.
    Riferivamo siffatta situazione a ricevimento dalla veterinaria il giorno 29 aprile, in assenza della paziente: ci veniva suggerito di portare in studio nel mese di giugno un campione di urine da analizzare, al solo fine di mantenere monitorata la patologia renale; il campione non era stato più portato a causa di scarsa cooperazione endofamiliare unitamente ad un percepito minore allarme rispetto alla salute della gatta.

    Alla metà di giugno ricomparivano fenomeni di inedia ed anoressia, verosimilmente dovuti a dolori dentali: trattavamo a casa la paziente con Stomodine, Restomyl gel e Aloeplus, oltre ad un recovery per stimolare la salute generale.
    Verso fine mese il malessere generale della paziente cresceva, ma non veniva riconosciuto a dovere a causa di scarsa cooperazione endofamiliare (mi ricordo che mia madre mi aveva invitato a prestare maggiori cure ed attenzione alla gatta, suggerendo di prendere contatti con uno studio veterinario: non mi perdonerò mai di averle risposto superbamente e tracotantemente, accusandola di sovrastimare la gravità della situazione ed affermando di essere impegnato con la sessione di esami, per poi invitarla a recarsi in studio da sola; mia madre, molto sensibile ed al contempo inorgoglita irritata dalla mia risposta, ha rifiutato di provvedere da sola, ammonendomi che da quella mia presa di posizione sarebbero discese conseguenze gravissime; così poi è stato, tant’è che non riesco a togliermi dalla testa l’idea di aver firmato la condanna a morte della mia gattina a causa del mio personale egocentrismo e per amore del mio particolare).

    Vedendo che la situazione era relativamente stabile (la gatta qualche giorno mangiava volentieri, qualche altro non mangiava; qualche giorno era più vispa e reattiva, qualche altro aveva una postura cadente) nessuno si è più particolarmente allarmato della situazione, fino a metà luglio.

    Tra il 14 e il 16 luglio eravamo al mare – luogo da lei particolarmente amato – per il weekend: qui aveva ricuperato tutto l’appetito e mangiava abbondantemente, quasi immemore della propria stomatite.
    Nonostante ciò, la gatta ricercava attivamente le superfici fredde come tappetini, piastrelle e piatto doccia: comportamento, questo, da noi superficialmente interpretato come reazione al caldo eccessivo, ma in realtà imputabile forse al dolore addominale.
    Ci allarmiamo nel vedere che si era ripresentata la fatica a camminare, accompagnata da un generale stordimento, una notevole apatia ed un notevole disinteresse.
    Imputando la cosa al caldo di quei giorni, commettiamo l’errore imperdonabile di non portarla da subito in un ospedale, ma di riaccompagnarla a casa.

    Seguono due giorni nei quali la gatta – ormai visibilmente cachettica – girava per la casa come un vero e proprio scheletrino urlante, quasi a voler implorare aiuto.
    Nell’inerzia degli altri, percependo una situazione di somma urgenza, ho nuovamente commesso il grave errore di rivolgermi al locale ambulatorio, anziché ad una clinica ospedaliera veterinaria: pensavo, infatti, che il tutto fosse riconducibile a caldo e stomatite.
    Il giorno 19 viene visitata dalla vet. che non le trova altro che stomatite, le analisi del sangue vengono volta per volta rinviate ai giorni seguenti perché la veterinaria insiste sulla necessità del completo digiuno (circostanza, poi, rivelatasi obiettivamente non necessaria). Viene prescritta una dieta recovery (tra l’altro, non eravamo neanche stati informati sul fatto che esistessero dei recovery renal).
    L’ultimo giorno di fluidoterapia la gatta evidenziava una zampa ricolma di liquidi (o per ago collocato fuori vena o per una fasciatura troppo stretta), ragion per cui abbiamo evitato di riportarla dal vet fin da subito, cercando di alimentarla a casa e di farla riprendere. Negli stessi giorni ci interrogavamo se rivolgerci ad un ospedale veterinario e quando.

    Il giorno 31 luglio la gatta ha nuovamente smesso di mangiare, oltre a denunciare gravi problemi di deambulazione e postura cadente: pertanto, dopo aver tentato di rivolgerci ad altro veterinario che tuttavia non riceveva su urgenza, siamo tornati allo studio di sempre.

    Il primo agosto vengono svolte le analisi del sangue che evidenziano un repentino aggravamento dei parametri:
    ERITROCITI 7,71
    EMATOCRITO 24,5 !
    EMOGLOBINA 8,7 !
    MCV 31,8 !
    MCH 11,3 !
    MCHC 35,5
    RDW 30,4 !
    % RETICOLOCITI
    RETICOLOCITI
    EMOGLOBINA RETICOLOCITARIA
    LEUCOCITI !
    % NEUTROFILI SEGMENTATI 88,3
    % LINFOCITI 7,1
    % MONOCITI 4,1
    % EOSINOFILI 0,4
    % BASOFILI 0,1
    NEUTROFILI SEGMENTATI 24,44 !
    LINFOCITI 1,97
    MONOCITI 1,13 !
    EOSINOFILI 0,12 !
    BASOFILI 0,04
    PIASTRINE 860
    MPV 14,5
    PIASTRINOCRITO 1,25
    GLUCOSIO 81
    IDEXX SDMA 59 !!!
    CREATININA 3,5
    UREA N-BUN 130 !!!
    FOSFATI 14,2 !!!
    CALCIO 11,0
    SODIO 170 !
    POTASSIO 4,2
    RAPPORTO NA/K 40
    CLORURO 130 !
    PROTEINE TOTALI 8,1
    ALBUMINA 2,8
    GLOBULINE 5,2 !
    RAPPORTO ALBUMINA / GLOBULINE 0,5
    ALT 49
    ALP 34
    GGT 10 !
    BILIRUBINA 0,4
    COLESTEROLO 167
    AMILASI 864
    LIPASI 801
    T4 (TIROXINA TOTALE) 1,2

    Ci viene riferito che la gatta è ipotermica e si trova in “infezione sistemica” e vengono immediatamente somministrati antibiotici.
    Viene svolta una cura quotidiana a base di:
    – antibiotico,
    – antidolorifico a base di oppioidi,
    – sodiocloruro 0,9 in posologia variabile e piuttosto imprecisa.

    Lo stato di salute apparente della paziente è altalenante, con giorni di minori disagi che seguivano ad episodi di vistoso malessere; la pressione era, invece, adeguata. Giorno per giorno la veterinaria affermava di vederla in condizioni stazionarie anche se gravi e cachettiche.

    Il giorno 3 agosto vengono svolti su nostra richiesta degli esami completi delle urine:
    CAMPIONAMENTO free catch
    COLORE pale yellow
    ASPETTO clear
    PESO SPECIFICO 1,012
    PH 6,5
    PROTEINE neg
    GLUCOSIO neg
    CORPI CHETONICI neg
    SANGUE / HGB / MGB 50 Ery/μL
    BILIRUBINA neg
    UROBILINOGENO norm
    LEUCOCITI >50/HPF
    ERITROCITI 6/HPF
    BATTERI, COCCHI suspect presence
    BATTERI, BACILLI present
    CELLULE EPITELIALI SQUAMOSE none detected
    CELLULE EPITELIALI NON SQUAMOSE 1-2 / HPF
    CILINDRI IALINI none detected
    CILINDRI NON IALINI none detected
    CRISTALLI DI OSSALATO DI CALCIO DIIDRATO none detected
    CRISTALLI DI STRUVITE none detected
    CRISTALLI DI AMMONIO BIURATO none detected
    CRISTALLI DI BILIRUBINA none dected
    CRISTALLI NON CLASSIFICABILI none detected

    Sabato 5 agosto ci viene suggerito il ricovero, che era nostro desiderio avviare immediatamente concluso il ciclo di antibiotici (la cui conclusione non è mai arrivata). In ogni caso, le condizioni cliniche della paziente ci erano descritte come stazionarie.

    Domenica 6 agosto viene rimosso dalla zampa ago cannula precedentemente utilizzato per le fluidoterapie (che era rimasto in posizione ben per una settimana circa, contro ogni protocollo medico che prescrive una durata max di 3/4 giorni). La rimozione dell’ago è avvenuta con modi a dir poco brutali, il cerotto è stato strappato con violenza; la cannula è stata sfilata tirata con forza, terrorizzando la gattina; la ferita non è stata disinfettata; il sangue – che schizzava copiosamente dal foro – è stato tamponato con una carta qualsiasi presente sul tavolo (che, guardacaso, era stata appena usata per raccogliere le urine dopo l’avvenuta espressione della vescica): la gatta ha emesso un debole rantolio, per poi accasciarsi, estroflettere la lingua, tremare e perdere coscienza, mentre la veterinaria, dopo aver visto tutta la scena, ci ha congedati affermando che le condizioni fossero stabili, che la gatta fosse solo agitata, che la gatta si sarebbe ripresa una volta giunta nel proprio ambiente e che la terapia sarebbe proseguita l’indomani.

    In serata la gatta ha manifestato una crescente letargia, per poi spegnersi alle 4:20 prima che arrivassimo in ospedale veterinario (che dista circa un’ora di automobile da qua).

    Qualcuno mi può aiutare nel farmi comprendere che malattia abbia potuto avere questa meravigliosa gattina?
    Non ci siamo più rivolti ai veterinari che l’hanno curata (“veterinari” e “curata” si fa per dire) e gli altri professionisti da noi sentiti ci hanno dato ciascuno una spiegazione differente dei fatti (che non riporto per non creare condizionamenti).

    #24338

    jjj
    Partecipante

    Ciao.

    DIfficile districarsi in un testo così lungo. In generale in tutti questi anni è stato dato sempre lo stesso antibiotico per trattare la stomatite?

    E’ mai stata fatta una ecografia?

    Che cosa veniva somministrato per l’insufficienza renale?

    PS. “La rimozione dell’ago è avvenuta con modi a dir poco brutali, il cerotto è stato strappato con violenza; la cannula è stata sfilata tirata con forza” No comment.

    #24344

    cociccona
    Partecipante

    Ciao ciao, noi a casa davamo sempre il Baytril; in studio dal veterinario sinceramente non so che cosa le abbiano dato, anche perché sulle ricevute non è scritto… mi auguro solo che li abbiano scelti con raziocinio…

     

    L’ecografia non le è stata fatta non si capisce come mai… evidentemente non sono stati molto diligenti nel curarla… noi in famiglia non avevamo la più pallida idea che servisse e il veterinario non ce l’ha mai proposta…

     

    Per l’insufficienza renale sono stati prescritti solo ed esclusivamente i chelanti del fosforo (passando da quello in polvere, a quello in pasta Candioli, a quello liquido Nefrys)… ci avevano anche suggerito le pappe renali, ma la gattina non era molto disponibile a scendere a compromessi…

     

    Una veterinaria diversa da quella curante che ho sentito dopo la morte mi ha detto che lei probabilmente si sarà spaventata moltissimo a causa dello strappo della cannula e si sarà sentita male per questo, poi è verosimile che non si sia più ripresa dato che ormai le condizioni cliniche erano compromesse… mi ha fatto capire che non era proprio il caso di strapparla così…

     

    Fino ad aprile le analisi erano relativamente buone, non riusciamo a spiegarci il peggioramento repentino e i vari veterinari che abbiamo sentito dopo la morte ci hanno dato ciascuno un’opinione diversa… chi sostiene che l’insufficienza renale cronica possa tranquillamente passare in tre mesi dalla fase 1 alla fase 4 e che anzi ci fosse da aspettarselo… chi ha chiamato in causa la pielonefrite… chi ha chiamato in causa le comorbilità di stomatite e cistite… chi ravvisa i sintomi del tumore al rene…

    #24345

    jjj
    Partecipante

    > “noi a casa davamo sempre il Baytril; in studio dal veterinario sinceramente non so che cosa le abbiano dato” premesso che non sono veterinario, però ragiono che, se per anni viene usato sempre lo stesso antibiotico, è possibile che questo riduca i suoi effetti. non so dirti se questa valutazione sia stata fatta

    > “L’ecografia non le è stata fatta non si capisce come mai”. È incomprensibile anche per me. tuttavia ti hanno prescritto dei buoni integratori oltre che una dieta renal e quantomeno compensa la mancanza. purtroppo la dieta renal eh poco palatabile e molti gatti non la gradiscono

    > “lei probabilmente si sarà spaventata moltissimo a causa dello strappo della cannula e si sarà sentita male per questo” Assolutamente sì, questa è una cosa vergognosa, scandalossa, da radiazione dalla professione.

    > “non si sia più ripresa dato che ormai le condizioni cliniche erano compromesse” sì, chiaramente aveva un quadro clinico compromesso

    > anch’io sospetto che il rene sia a causa del decesso guardando le analisi. Infatti, sebbene il t4 (la tiroide) abbia la capacità di alterare i parametri renali, esso rimane costante a 1,2 quindi lo possiamo escludere. Al contrario noterai un aumento o valori altissimi di creatinina, urea, proteine, peso specifico delle urine, SDMA cioè tutti parametri indicano problemi ai reni. Solitamente questi indicano un’insufficienza renale ed è certamente possibile un’accelerazione in poche settimane tale da arrivare alla fase 4. Al tempo stesso vediamo anche un quadro complesso con un’infezione probabilmente cronica ed una età avanzata.

    Devo farti una domanda importante: il gatto vomitava spesso e andava spesso a bere? Se sì, quando ha iniziato?

    #24357

    cociccona
    Partecipante

    Sulla resistenza agli antibiotici, devo dire che l’anno scorso avevo provato a parlarne con la veterinaria, ma quella mi ha risposto che il cambiamento del principio attivo con un altro diverso antibiotico non aveva alcun senso se prima non era accertata la presenza dell’infezione batterica… mi ha detto che non guariva perché era un fenomeno autoimmune che non c’entrava nulla con i batteri… io replicavo che con l’antibiotico era sempre guarita ma lei mi rispondeva che non riusciva a spiegarsi la cosa… poi le ha fatto una mega cura a base di cortisone che secondo me le ha distrutto il cuore e i reni…

     

    L’ecografia non ci è mai stata proposta nonostante lei avesse sintomi piuttosto anomali per una IRC, che potevano far pensare a molte altre patologie diverse… per quanto riguarda aprile devo dire che al cuore non avevano neppure pensato, la pielonefrite era stata scartata perché non c’erano batteri nelle urine e il tumore era stato scartato perché non risultava dai raggi… a luglio la prima volta le avevamo ricordato tutto quello che era successo nei due mesi precedenti e quella ci ha letteralmente risposto “Queste cose non ci interessano: ditemi perché siete venuti qua oggi”, dopo le analisi del sangue ci ha parlato di una infezione sistemica e poi ha cambiato versione parlando di infiammazione non batterica, non ha spiegato perché né su che basi…

     

    Per quanto riguarda lo strappo della cannula, quel giorno eravamo in tre persone presenti alla visita, volendo potrei rivolgermi all’ordine dei veterinari se non addirittura alla procura della Repubblica…

     

    Sul il fatto che la malattia renale sia andata avanti così velocemente, devo dire che alcuni veterinari se ne sono meravigliati mentre altri mi hanno detto che è normale… secondo te? Perché io ho avuto un decennio prima suoi parenti più anziani con l’insufficienza renale, ma è stata una cosa che durava letteralmente anni… quindi più che altro stiamo cercando di capire come mai la patologia sia avanzata così velocemente (pielonefrite? glomerulonefrite? nefrite autoimmune? comorbilità con i denti? problemi cardiaci? tumore del rene? tumore del cervello? tutte ipotesi che mi sono state ventilate da questo o quel veterinario)… di quelle che la avevano in cura una mi aveva detto che sarebbe arrivata ai 18 anni, l’altra che l’ha seguita negli ultimi giorni invece mi ha ribadito che non c’era nulla di strano perché 5 mesi per un gatto sono come due anni per noi (spiegazione che non mi ha molto convinto perché il rene in teoria dovrebbe essere proporzionato alle dimensioni del corpo, non capisco come possa conferire la durata della vita…).

    Capisco come non sia affatto una domanda semplice… ma secondo te dunque è possibile che da 1,8 del 29 marzo si passi a 3,5 di fine luglio e si muoia ad inizio luglio senza ipotizzare altre patologie e/o comorbilità? Considerato che pur prendendo i chelanti aveva un livello di fosforo altissimo?

    Inoltre… i sintomi che lei aveva non erano tutti correlati alla IRC (male all’addome, svenimenti, alterazioni del comportamento, perdita di peso pur mangiando) e fanno pensare ad altro… (insufficienza surrenalica? tumori del rene? Pielonefrite? Cardiopatia?)… eppure in quello studio me l’hanno visitata in tre nell’arco di mesi senza trovare mai nulla…

    In particolare non mi spiego il dimagrimento che andava avanti già da ottobre sebbene la gattina mangiasse (durante l’inverno ha sempre mangiato bene, tranne una piccola stomatite a fine dicembre; in primavera sembrava addirittura più affamata del solito)…

     

    Dopo la morte ho chiesto consulenza ad un altro studio, dove mi hanno detto che la neutrofilia così alta si deve o a tumori o a infezioni… tu come fai ad escludere la pista del tumore? E in ogni caso quanto a lungo potrebbe durare una pielonefrite prima di uccidere un gatto comunque già gravemente malato di reni?

    Poi, volevo chiederti se l’infezione che lei aveva potesse essere una pielonefrite… considerato che ad aprile avevano scartato sia la pielonefrite (perché era una cistite senza batteri nelle urine, ma ho letto che i batteri potrebbero risalire tranquillamente anche dopo la cistite, o semplicemente incunearsi nei recessi più profondi del rene o sulla superficie esterna dell’organo e non apparire dalle urine… oltre al fatto che le macchine potrebbero benissimo aver sbagliato perché ho letto che non sono precise come quelle ospedaliere) sia il tumore al rene (perché aveva fatto i raggi, poi però mi è stato detto che dai raggi non sempre si vede soprattutto se si tratta di un linfoma piccolo ma abbastanza grande da sbilanciare un rene già fragile)…

     

    Inoltre aveva quegli strani svenimenti che mi hanno sempre giustificato come attacchi epilettici, ma approfondendo mi sono reso conto che non potevano essere tali in quanto duravano troppo poco… pertanto mi verrebbe anche da pensare ad una cardiopatia, ma loro non hanno mai notato nulla di strano e la pressione sembrava a posto (sempre che la veterinaria l’abbia misurata correttamente, perché anche su di questo potrei sollevare dubbi a questo punto)… in alternativa questa cosa si potrebbe spiegare come una colica renale dovuta a tumore o a pielonefrite che la faceva svenire dal dolore…

    Ma è possibile che una pielonefrite e vada avanti per tutto quel tempo, da marzo fino ad agosto? Lei i sintomi tipici della pielonefrite non li ha più mostrati tra maggio e giugno (almeno stando a quanto abbiamo colto noi)… io la sentivo calda alla testa ma mia madre ha smentisce la cosa, mentre a metà luglio era ipotermica, per il resto davvero nulla…

    Una cosa successa tra maggio e giugno è stata che la gattina è stata accarezzata da parecchie persone (infatti amava farsi portare a passeggio rigorosamente nel suo trasportino o al supermercato & similia e in quel poteva capitare che gente a caso mi chiedesse di toccarla): è possibile che costoro avessero gatti/cani con cistite batterica o che avessero loro stessi patologie batteriche e gliele abbiano trasmesse accarezzandola sulla schiena per qualche secondo? Per il resto non usciva mai da sola, al massimo le facevo fare le scale del condominio per mantenerla in allenamento.

     

    Un altro dubbio che mi è sorto è che non si sia danneggiata i reni cadendo (infatti da marzo continuava a cadere da sola a causa di questa zoppia che a sua volta non mi è stata spiegata dalle veterinarie se non con una generica artrite).

     

    Per quanto riguarda le tue due domande…

    a) non vomitava praticamente mai… per tutta la sua vita qualche volta è capitato che vomitasse, ma si trattava di fenomeni legati al fatto di mangiare tanto o di scuoterla… nell’ultimo periodo avrà vomitato al massimo una volta a settimana… mi ricordo un episodio il 27 giugno (la gatta è rimasta sola a casa in quanto io avevo un esame universitario a 100 km di distanza, al ritorno abbiamo trovato del vomito ma lo abbiamo imputato allo stress) ed un altro il 5 agosto (perché le avevamo dato da mangiare molta pappa e acqua con la siringa e ormai stava decisamente male)… ha fatto la diarrea nei giorni intorno al 13 luglio (ma anche là avevamo interpretato la cosa come stress da esame universitario)… più che altro urinava o defecava fuori dalla lettiera in salotto da qualche tempo (là abbiamo sottovalutato la cosa imputandola al fatto che il bagno fosse occupato o che la lettera fosse sporca… però apparentemente non manifestava né pollachiuria né stranguria ma era una normale escrezione solo svolta in un posto inadeguato)…

    b) con la faccenda dei denti lei ha sempre bevuto tanto, nell’ultimo anno capitava anche che urlasse davanti alle ciotole (non si capisce come mai)… quindi né noi né i veterinari siamo mai riusciti a capire in che misura bevesse per i reni e in che misura bevesse per i denti… negli ultimi tempi purché bevesse le avevamo permesso (sempre su suggerimento della veterinaria) di usare i vasi delle piante (prima la costringevamo a bere acqua di rubinetto)… c’era stato un precedente anni addietro (credo tra il 2017 e il 2020), quando aveva trovato il vaso di una bella orchidea: incredibilmente, avendo un principio di stomatite, le era subito passato e da allora aveva imparato a bere l’acqua dei vasi…

    #24364

    jjj
    Partecipante

    > “mi ha detto che non guariva perché era un fenomeno autoimmune che non c’entrava nulla con i batteri”. Ah. Avevo capito che fosse un’infezione vera e propria.

    > “perché 5 mesi per un gatto sono come due anni per noi” Non ha senso se rapportato ad una irc

    > “Considerato che pur prendendo i chelanti aveva un livello di fosforo altissimo?” I chelanti servono a tenere il sangue più pulito, aiutano a prolungare la vita del gatto, sono importantissimi, ma purtroppo l’irc è una malattia progressiva e irreversibile. La durata può essere molto variabile, influenzata da diversi fattori.

    > “volevo chiederti se l’infezione che lei aveva potesse essere una pielonefrite”. In tutta questa confusione in cui è difficile districarsi mi sembra però non che ci siano esami che attestino un’infezione. Sbaglio?

    > “mi è stato detto che dai raggi non sempre si vede”. Esatto, serve un’ecografia per approfondire e vedere più dettagliatamente.

    > Tenderei ad escludere la cardiomiopatia visto che si diagnostica in modo piuttosto semplice e la tua gatta era molto controllata dai veterinari. Escluderei anche un’infezione alle vie urinarie e cistiti perché avrebbe avuto dolore e/o sangue nella minzione e la presenza di batteri sarebbe emersa dalle urine.

    > Sono state poste moltissime ipotesi più o meno appropriate (pielonefrite? glomerulonefrite? nefrite autoimmune? comorbilità con i denti? problemi cardiaci? tumore del rene? tumore del cervello?), ma non ci sono certezze senza esami diagnostici.

    L’unica certezza a mio parere è che praticamente tutti i parametri renali erano alterati (crea, urina, sdma, peso specifico, proteine totali), quindi è logico che il rene abbia giocato un ruolo significativo. I valori si innalzano man mano che i nefroni del rene perdono la capacità di filtraggio e l’organo si atrofizza. A mio parere è possibile che una irc abbia un’evoluzione veloce anche se è un po’ strano che vomitasse così poco, considerando che i gatti con irc solitamente vomitano più frequentemente.
    Le perdita di peso indica che ci fosse una condizione critica sottostante, ma che è difficile attribuire a qualcosa nello specifico, considerando l’età, la comorbilità e l’assenza di una ecografia. Come già detto, considerando il T4 costante a 1,2, escluderei la tiroide.
    Potresti provare a scrivere sul forum di Elicats per chiederle un parere se è possibile che in 4/5 mesi una irc acceleri così rapidamente (scrivi post brevi e sintetici e inerenti solo all’irc).

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