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Questo argomento contiene 11 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da amoigatti 5 anni, 5 mesi fa.
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12/06/2019 alle 18:48 #2110
Buonasera a chi passerà da qui.
Sono giorni tristi. Il 10 giugno, l’altro ieri, il nostro amato gatto ci ha lasciato.
Aveva quasi 19 anni. Non godeva di perfetta salute (vomitava frequentemente, beveva molta acqua, aveva una forte artrosi), ma, anche a detta del veterinario, le sue condizioni, fino a qualche mese fa, non gli rendevano la vita troppo difficile e lui era ancora molto vigile. Faticava ad espellere le feci e capitò sporcasse fuori dalla cassetta, ma pensavamo fosse tutto dovuto ad acciacchi per l’età avanzata…
Era affettuoso e partecipe come sempre: dormiva un po’ di più, ma quando ci riunivamo per colazione, pranzo o cena, arrivava e si accomodava sulla sua sedia, ci salutava con il suo miaoo speciale e poi guardava alternativamente chi stava parlando in quel momento…
Era un incrocio tra un siamese e un birmano: ho avuto molti gatti, ma mi stupiva il suo comportamento perché ci seguiva per casa, correva alla porta quando un componente della famiglia rientrava e se gli si parlava… ci rispondeva sempre, miagolando. In 19 anni di vita non ha mai graffiato o morso nessuno, era dolcissimo…
Avevamo notato dei cambiamenti e un peggioramento delle sue condizioni: l’artrosi lo faceva camminare male e quando mangiava faticava a cibarsi dalla ciotola per la posizione che doveva assumere; aveva cominciato a miagolare a lungo e spesso senza apparente motivo. Un mese e mezzo fa cominciò a defecare spesso sul pavimento e a miagolare in modo strano anche la notte, di continuo… coccolandolo riuscivamo a calmarlo e si riaddormentava vicino a noi: il veterinario, consultato telefonicamente, ipotizzò potesse essere giunto il momento di doverlo sopprimere…
Sarò sincera: rinviammo la visita pensando che se se ne fosse dovuto andare sarebbe successo a casa, “naturalmente” e lui ci avrebbe avuto vicino perché non importava se ci causava disagi… l’amore rendeva giusto darsi da fare per lui… Poi il peggioramento: fece pipì abbondantissima fuori dalla cassetta e cominciò a parere strano: fissava il vuoto o dava segni di paura chinando il capo come se temesse la nostra mano che si avvicinava per accarezzarlo… entrava in bagno ed emetteva un miagolio stranissimo simile a un borbottio greve guardando la vasca da bagno… chiedeva cibo e lo chiedeva di nuovo, anche con la ciotola piena… non voleva ci staccassimo da lui, pareva agitato… beveva moltissimo…
In pochi giorni la situazione cambiò: si alzava solo per cibarsi (poco) e per sporcare (ma rischiammo di vederlo sporcare sul letto: mio marito se ne accorse e lo mise accanto alla cassetta; il gatto sporcò, poi del tutto indifferente, come inconsapevole, saltò sul letto… Notammo che non si puliva più…
Quella sera, l’ultima, venne ancora sulla sua sedia mentre cenavamo e andò alla sua ciotola con la coda diritta contento…
La mattina avevamo fissato un appuntamento dal veterinario. Ci rendemmo conto d’aver perso la grata che chiudeva il trasportino; solitamente sarebbe stato impossibile portarlo per strada così, invece non ci furono problemi perché restò calmo e fermo a guardare fuori senza tentare di scappare.
Sul lettino del veterinario cominciò a brontolare e soffiò. Lo tenni vicino; nascose il musetto contro di me. Il veterinario disse: “però! È molto reattivo!” e, auscultandogli il cuore: “Ipertiroideo, come molti anziani”… poi però lo toccò (era dimagrito moltissimo in una manciata di giorni) e aggiunse: “Totalmente disidratato. probabilmente ha un diabete altissimo”. Finì di visitarlo e… ci disse che pareva vigile, ma… usò termini che neanche ricordo per dire che così non era, che lo rivelava lo sguardo… e che… consigliava eutanasia.
Premetto che mi fido del dottore: gentile, attento, poco propenso a parlare di soppressione di un animale… Ma lo choc è stato grande. Siamo rimasti tutti e tre col nostro gatto. Ci ha spiegato che preferiva fargli un intramuscolo e non un’endovena di anestetico perché il micio era troppo agitato e che il processo sarebbe stato più lungo, ma meno traumatico. Fatta l’anestesia il gatto tentò di tornare nel trasportino e solo pensarlo mi fa male. Gli parlavamo dolcemente, ma con le lacrime agli occhi.
Il dottore intelligentemente lo mise per terra perché si sentisse più calmo, più libero ( e perché camminare facilitava la diffusione del farmaco nel corpicino). Ci aveva avvisato che avrebbe potuto rimettere: così fu, di certo perché mio marito la mattina purtroppo gli aveva dato del cibo.
Pochi secondi dopo cominciò a sbandare e… si lasciò cadere sui piedi di mio marito che adorava.
Il veterinario lo prese e lo mise sul lettino. Aveva, come il dottore ci disse è normale, gli occhi aperti. Potemmo carezzarlo. Il medico gli aprì la bocca e ci spiegò che erano sopraggiunti anche problemi ai denti e che uno aveva un foro fino all’osso!
Passato un tot… molto? Poco? Non so: il tempo era come sospeso… gli guardò gli occhi, se non sbaglio, poi ci spiegò che gli avrebbe fatto la seconda iniezione e che avrebbe potuto avere movimenti non coscienti. Il nostro gattino si acciambellò con la zampina sugli occhi in una posizione che era sua propria quando dormiva e questo ci commosse e ci colpì moltissimo…
Altro tempo, non molto e ci avvisò della terza iniezione, l’ultima (credo nel cuore) . Fatta quella il gatto si distese completamente emettendo un brevissimo verso che si capiva fosse involontario: aria che aveva in gola…
Tutto finito. Solo che non so quali sostanze gli siano state somministrate e non so se ha sentito qualcosa… Capisco bene che sensi di colpa e paure sono naturali, ma ugualmente ho il timore che siamo stati noi a far pensare al veterinario che la situazione fosse più grave di quella reale, raccontandogli quello che ho scritto qui circa l’incontinenza eccetera… Il dottore è stato davvero fantastico: l’ho rivisto ore dopo e mi ha detto che è normale soffrire per il lutto perché di lutto si tratta: abbiamo perso un amico con cui abbiamo condiviso tanti anni… Mi ha anche detto che sapeva cosa mi frullava per la testa e che pensava ci volesse amore per allevare e crescere un gatto, ma altrettanto amore per capire che lui era infelice e che dovevamo assumerci la responsabilità dolorosa di non farlo continuare così fino a un’agonia dolorosa e vicina… Ci ha spiegato che è più facile accettare la procedura quando il male è più visibile ad occhi profani… Eppure io, anche se l’ho ringraziato, continuo a pensare che potrebbe essersi sbagliato, che magari il micetto sarebbe vissuto ancora a lungo senza peggiorare…
Mi sono permessa di scrivere tanto perché so che chi visita il forum comprenderà e perché spero tanto qualche veterinario possa spiegarmi quello che ancora non ho capito.
Non ho mai umanizzato il gatto: l’ho amato nella sua specificità affascinante e arricchente, ma mi manca tanto. Ho molti ricordi e mi fa male pensare di non vederlo più. Ho il terrore lui abbia potuto vivere attimi di grande paura; mi fa rabbia non avere compreso che quando era per terra in attesa di essere sopraffatto dall’anestetico avrei potuto accarezzarlo e parlargli ancora con dolcezza per rassicurarlo accidenti… Spero abbia sentito le nostre presenze: mio marito, mio figlio ed io non siamo usciti proprio per non lasciarlo nemmeno un istante… fino all’ultimo…
Concludo ringraziando i veterinari seri che si addossano un compito tanto difficile e mandando un abbraccio a tutte le persone che hanno avuto il mio stesso dolore. Non rileggo nemmeno: mi scuso per eventali errori di battitura, ripetizioni e imprecisioni. Viva i gatti, viva il mio gatto dagli occhi azzurri di sogni bellissimi che mi ha lasciato un mare di ricordi…
13/06/2019 alle 13:57 #2114Se un veterinario gentile ha voglia di rispondermi chiedo:
1) come ha fatto il dottore a stabilire la gravità del caso senza fare esami e dopo aver guardato pochi minuti il mio micio?
2) che medicinali gli avrà somministrato? Ho letto che c’è chi parla di ketamina, chi di oppioidi… il micio fatta la prima puntura ha vomitato dopo… credo un minuto (mio marito gli aveva dato cibo poche ore prima), poi ha camminato sbandando un po’ e dopo qualche passo è finito steso in terra ad occhi aperti. È stato adagiato sul lettino e pochissimo dopo (un paio di minuti?) il dottore gli ha somministrato la seconda iniezione. Si è raggomitolato con la zampetta sugli occhi esattamente come quando dormiva… possibile i suoi siano stati solo movimenti inconsulti dovuti a impulsi elettrici, anche se così noti e aggraziati? Ciò significa che prima della seconda iniezione percepiva ancora qualcosa? Dopo un altro paio di minuti il veterinario gli ha fatto la terza iniezione, zona della pancia (cuore?) a seguito della quale il corpo del gattino si è completamente disteso.) … un flebile verso ed è spirato. Mi chiedo anche se abbia percepito il nostro dolore, la nostra angoscia, perché fino all’anestesia gli abbiamo parlato con dolcezza, ma poi gli abbiamo fatto solo qualche carezza però con le lacrime agli occhi…
Cosa mi può dire chi è veterinario e passa da qui? Sono domande forse stupide le mie, dettate dalla tristezza che si tramuta a momenti in angoscia per la sensazione di non aver fatto tutto nel modo giusto (passo dal pensare che forse il dottore ha reputato la situazione più drammatica e irreversibile di quanto in realtà fosse al dirmi che quei miagolii rochi e profondi con cui il micio ci teneva desti la notte e che emetteva anche a volte di giorno erano segno di dolore e paura e che amandolo avemmo forse dovuto salutarlo prima…)
Chiedo scusa per i messaggi lunghi. Un abbraccio a tutte le persone che hanno sofferto un distacco: siamo comunque fortunate per l’amore che abbiamo potuto dare e ricevere e per l’esperienza meravigliosa di aver conosciuto un animale e condiviso un poco di vita con lui…
13/06/2019 alle 14:22 #2115Ciao, penso che il tuo veterinario sia stato molto in gamba e abbia interpretato i segnali della sofferenza profonda che i gatti sono molto bravi a nascondere, evitandogli il dolore lento di una morte “naturale”…
13/06/2019 alle 14:58 #2116… Grazie per avermi risposto… Credo anch’io sia stato bravissimo… è solo che restano mille dubbi e vorrei capire bene tutto…
13/06/2019 alle 17:06 #2119Le tre punture sono il protocollo corretto per l’eutanasia, da quel punto di vista puoi stare tranquilla che la sofferenza è stata minima. I dubbi come i sensi di colpa e di perdita rimangono sempre, ma ti sentiresti peggio dopo averlo visto soffrire per settimane o mesi… L’unico vero consiglio sensato è quello di prendere appena ti capita un altro bel micio o due da accudire per 20 anni come sei riuscita a fare con il tuo gattone
13/06/2019 alle 19:07 #2125gatto amatissimo e fortunato ,assistito con amore e con la vostra presenza fisica fino all’ultimo istante
non sono un vet ,non so rispondere alle tue domande specifiche
mi dispiace ,è un vero lutto ,lo so bene purtroppo
13/06/2019 alle 21:37 #2126Per affrontare l’eutanasia del proprio gatto occorre superare l’egoismo nostro che vuole tenerlo accanto a noi ancora un poco per non perderlo. Hai fatto la cosa giusta amando fino in fondo il tuo gatto.
Quando si affronta una morte c’é sempre qualche dubbio che ci porta a pensare di aver sbagliato. Un senso di colpa.
Essendo anziana ho dovuto superare svariati lutti di familiari e di persone a me molto care, oltre che dei miei gatti e mi sono resa conto che questi pensieri sono naturali perché fatichiamo ad accettare la morte.
Se avrai il coraggio di rimetterti in casa un altro gatto ti rimarrà il dolore ma ti passerà quel senso di vuoto fisico che ora provi. Diversamente la mancanza di una presenza felina accanto durerà a lungo. Posso dirtelo perché ora che non ho più voluto prendere gatti per paura che potessero sopravvivermi ho faticato anni per abituarmi a questo vuoto.
Un abbraccio
16/06/2019 alle 9:41 #2152Grazie di cuore a Marcel per le due premurose e chiare risposte, a lillina per le parole così gentili e a didi45 per le osservazioni che condivido (ricambio l’abbraccio).
Gli animali ci insegnano tanto: i gatti che l’amore per l’indipendenza va a braccetto con la dignità e l’autonomia, non con l’indifferenza: infatti sanno ricambiare il nostro amore in tanti modi; con loro apprendiamo che ci sono linguaggi e maniere diverse per esprimere questo sentimento… in fondo quindi dovremmo imparare da loro anche il rispetto per le diversità e il saper ascoltare i silenzi.
Sanno contemplare, ascoltare, osservare; sopportano il dolore così tanto che si fatica a comprendere la gravità del loro stato quando soffrono… andandosene, (lillina ha ragione), ci impartiscono l’ultima lezione, (quella che dovrebbe avere contenuti ben noti, ma che tratta di un argomento nella nostra società completamente rimosso): l’addio davanti alla morte…
Siamo viaggiatori sulla Terra: speriamo di imparare a rispettarla e a rispettare gli esseri viventi che la abitano prima che sia troppo tardi. Il fatto che il viaggio abbia sempre un termine ci aiuti a renderlo ricco di emozioni autentiche e condivise. Ancora grazie a chi è passato da qui.
Auguro a tutte e a tutti un’estate serena.
18/06/2019 alle 18:05 #2164non sono un veterinario, ma dai sintomi descritti è possibile che oltre al diabete ci fossero problemi renali. 19 anni sono molti per un gatto. questi strani comportamenti nascondevano profondi disagi e credo proprio che l’eutanasia sia stata opportuna. soltanto, io avrei preferito che fosse stata in casa, tra le pareti domestiche.
19/06/2019 alle 9:25 #2174Grazie Artemisia: hai ragione.
Il nostro gatto soffriva di problemi renali fin da piccolino; si erano aggravati negli anni e di certo, a dire del dottore, c’era una sofferenza dovuta anche a quello… Aveva il battito cardiaco accelerato per ipertiroidismo, diabete alto, artrosi e la vista di un occhio offuscata per cataratta.
Immagino che qualcuno pensi: “Ma quanto era conciato male!”, eppure fino a poche settimane prima del suo peggioramento partecipava ancora alle nostre vite… si alzava con noi, la mattina, e prendeva posto sulla sua sedia a tavola, interagendo con lo sguardo (fissava alternativamente chi parlava) e miagolando sereno… Andava volentieri fuori sul balcone e si acciambellava a prendere il sole, osservava il mondo, raggiungeva la porta se arrivava qualcuno per vedere di chi si trattasse… La situazione è letteralmente precipitata in maniera molto veloce evidentemente per l’età…
Capisco quanto dici: sarebbe forse stata preferibile un’eutanasia entro le mura di casa; oltretutto lo studio veterinario non è lontano dalla nostra abitazione… è che sinceramente credevo sarebbe potuto rientrare con noi, dopo la visita, ancora per qualche tempo. Il dottore non mi ha proposto quella possibilità e io non ci ho pensato, ma ero un po’ in tilt: pensa che non riesco a ricordarmi come ci abbia comunicato che non si poteva far nulla e che era giunto il fatidico momento…
Mi fa male pensare che appena dopo la prima iniezione abbia visto sul letto il suo trasportino e abbia cercato di rientrarci… mi consola l’intelligente mossa del veterinario che lo ha messo libero per terra, perché questo lo ha calmato (da bravo felino si è sentito libero, per qualche istante) ed il fatto di essere rimasti lì tutti e tre perché di certo sentiva la nostra presenza.
Si fidava di noi e, credimi, fatico ancora oggi a non vivere quel che è successo come un nostro tradimento, ma quanto so (e anche quanto mi è stato scritto in questo forum e mi è servito rileggere) mi aiuta a ragionare più lucidamente e a comprendere che era arrivato al passaggio obbligato per tutti gli esseri viventi (la sedazione con morfina che ha accompagnato anziane persone che ho amato, malate terminali, per far sì non soffrissero pene atroci, non è poi dissimile dall’eutanasia, solo che la nostra società ipocritamente la accetta e rifiuta altri modi e maniere…).
I nostri animali ci insegnano l’amore, il rispetto, la responsabilità e anche l’ineluttabilità del passare inesorabile del tempo che dovrebbe ricordarci quanto siano preziosi i giorni e persino gli istanti…
19/06/2019 alle 11:21 #2177ti capisco bene. ho 4 gatti in casa e una marea di randagi fuori. più passa il tempo e più apprezzo l’intelligenza, la dolcezza la sensibilità e la finezza dei gatti.
hanno una caratteristica: anche quando stanno malissimo riescono a mascherarlo. uno dei miei con ulcere dolorosissime e afte a causa fiv riusciva peraltro a giocare poche ore prima della visita in cui il vet evidenziava una lingua tutta spaccata e sanguinante. sono dei piccoli esseri tosti, ma anche loro soffrono e sta a noi capire quando è meglio dire basta. dimenticarli cmq sarà impossibile.
19/06/2019 alle 13:28 #2183Artemisia cara, quanto scrivi evidenzia la capacità dei gatti di nascondere anche dolori fortissimi e mi fa tornare in mente i miagolii da sofferenza grande che faceva il mio vecchio miciotto… aveva ragione il veterinario: era proprio alla fine, passano i giorni e a poco a poco lo capisco meglio. È vero: chi conosce i gatti come te sa che ognuno ha una particolarità sua propria che lo rende unico. Ogni micio che ho avuto ha un posto nella memoria e nel cuore.
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