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  >>  Cani di razza  >>  L'ALLEVAMENTO è una scelta per tutti? - Discussione n 44882 - PermaLink
   L'ALLEVAMENTO è una scelta per tutti?

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AutorePagina: 12 di 21
MV46

Registrato dal: 14-01-2009
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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 09:41   
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22-09-2009 alle ore 09:14, marcel wrote:
quello che mi piacerebbe capire è se la scienza veterinaria considera l'allevamento di cani (in generale, casalingo e professionistico) un problema perchè è una pratica che permette a patologie ereditarie di perpetuarsi nelle generazioni future, OPPURE no...
Vorrei sapere se su un forum come questo, l'argomento veterinario può convivere con l'argomento allevamento senza che il messaggio generale sia contraddittorio.
Scusate l'o.t. ma mi sembra che sia la discussione giusta per affrontare questo "conflitto di interessi"




non credo la tua domanda sia o.t, anzi, credo sia molto interessante! Sono curiosa anche io. Anche perchè, sino ad ora, ho conosciuto veterinari ( e ne ho conosciuti veramente tanti tanti a Firenze e Pisa, specialmente durante i mesi di malattia della mia vecchietta ) che ogni volta pronunciata la parola allevatore, non facevano facce troppo felici...onestamente, se devo dirla tutta, spesso mi sono sentita complimentare per la mia scelta di prendere un bastardino piuttosto che un cane di razza...ma magari ho frequentato solo io una sola " fazione"...


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

Registrato dal: 04-07-2007
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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 10:09   
la razza non esiste, non è una categoria scientifica ma un'invenzione dell'uomo. una categoria di praticità per suddividere ulteriormente la specie (umana, canina, bovina non fa differenza). l'essere umano è sì un animale sociale, ma tende ad identificarsi un piccoli gruppi per similitudine, come a dire: sociale sì, ma nel mio piccolo nucleo di esseri per quanto possibile assimilabili a me (bianchi, anglosassoni, protestanti è solo un esempio, forse il più noto).
la stessa tendenza all'assimilazione fra simili è quella che secondo me porta a selezionare e modificare l'ambiente circostante verso forme note e "standard".
ai criteri di utilità pura (il cane X è il più bravo a tenere il gregge, anche i figli di X sono molto bravi, quindi se io scelgo sempredi far riprodurre i migliori avrò buoni cani per tenere il gregge. se il vicino ha un cane migliore sono disposto a pagare per un suo cucciolo) si sono sostituiti canoni estetici e più in generale di gradimento (il cane da pastore Y non sa dove stia la testa e dove il sedere di una pecora e non lo imparerebbe nemmeno sotto tortura, ma fa pendant con il mio tappeto...sono disposto a pagare per averlo).
il criterio quindi è slittato dall'utilità alla moda, spesso sotto la spinta pubblicitaria (il cane di "the mask", quello della carta igienica, quello dei 101, quello del telefono, tequila e bonetti, rex, lassie... quante ne abbiamo viste nel corso degli anni?).
cosa succede quando un cane di una razza che nessuno conosce balza all'onore delle cronache? succede che tutti lo vogliono, e gli allevatori trovano una facile possibilità di guadagno... si inizia a riprodurre a dismisura tutti i cani che somigliano seppur vagamente a quello di moda.
i riproduttori sono sani? chissà!
i riproduttori sono equilibrati? chissà!
i riproduttori sono esenti da tare genetiche? chissà!
l'importante è produrre cani in catena di montaggio, e vendere, vendere vendere.
che nel mucchio ci scappi un problema congenito, è ovvio; che il problema si stabilizzi nella genealogia è storia già vista molte volte.


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bracchetto
| MEDICO VETERINARIO

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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 10:22   
marcel, alla tua domanda non posso che rispondere DIPENDE... diciamo che il panorama che io ho visto è alquanto vario, con una gran quantità di cani "fabbricati" da allevatori imbecilli che fanno solo danni e, per fortuna, una minoranza di animali allevati da persone serie e attentissime, a cui la sfortuna di veder nascere un animale problematico può capitare, ma non è la norma.


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Remì

Registrato dal: 20-09-2006
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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 12:05   
Ecco le varie possibilità (correggetemi se ho dimenticato qualche possibilità):
accoppiamenti dei cani di razza selezionati;
accoppiamento dei cani solo di razza ma non selezionati;
accoppiamento tra incroci di razze;
accoppiamento tra razze e meticci;
accoppiamento dei meticci con altri meticci.

Metto uno specchietto di chi ha partecipato fino ad ora... (chi vuole rispondere alla domanda iniziale, si copia l’elenco e risponde)...

Remì = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).
Hugo = no (non per tutti, solo per cani di razza).
Hjluk =
Testotester1 =
Bracchetto = no (Sterilizzazione a tappeto di tutti, risolti i problemi di randagismo riproduzione di cani sani indipendentemente da marca e modello).
Itala = scelta secondo la propria coscienza.
Freedom =
MV46 = no ( non è una scelta per tutti, ma solo per coloro che antepongono a qualsiasi cosa la passione cinofila).
Evuccia =
Cocker = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).
Marcel = scelta secondo la propria coscienza. Sterilizzazione delle razze ritenute pericolose.
Logan24 = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).
Frida73 =
Stella2006 = = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).
Danii = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).
Finalea =
Revolution Luna =
Annas = no (non è una scelta per tutti, ma solo per i cani di razza selezionati).

***

Secondo le scelte di questo schema (pensato con lo spirito del fanciullino di pascoliana memoria ), utile però per darci un primo orientamento su come la pensano le persone sul tema della riproduzione canina, se ne deduce (al momento), che su 11 votanti alla domanda

“L’allevamento è una scelta per tutti?”
Hanno risposto:

6 persone: no, non per tutti, solo per i cani di razza selezionati.
2 persone (di cui una ha dato risposta doppia): scelta secondo la propria coscienza.
1 persona: no (non per tutti, solo per cani di razza).
1 persona: (Sterilizzazione a tappeto di tutti, risolti i problemi di randagismo riproduzione di cani sani indipendentemente da marca e modello).
1 persona: no ( non è una scelta per tutti, ma solo per coloro che antepongono a qualsiasi cosa la passione cinofila).
1 persona (risposta doppia): Sterilizzazione delle razze ritenute pericolose.

***

La maggioranza ha detto che non è una scelta per tutti, ma riservata solo ai cani di razza selezionati, e credo che ne intuisco facilmente il perché: controllo da parte degli allevatori (coscienziosi e motivati), sicurezza di prendere un cucciolo che corrisponderà al nostro ideale una volta adulto, maggiori garanzie sotto l’aspetto genetico-sanitario, psicofisico e caratteriale ...

Questo ovviamente è l’orientamento delle persone intervenute qui, non è un “diktat”, è ovvio che ognuno continuerà a scegliere secondo la sua coscienza e preferenza, almeno fino a quando (e se) verrà creata una Normativa al riguardo, come ad esempio, in America, come ci spiega l’on. Francesca Martini, rispondendo ad alcune domande in questa intervista

Sottolineo un passaggio (che condivido), dell’intervista: In alcuni Stati americani, come la California, la sterilizzazione è obbligatoria in ogni caso, tranne quando c' è la necessità di riproduzione legata alle razze. E' d'accordo? «Sì, sono per una politica drastica, severa, sorretta da evidenze scientifiche. Condivido il modello americano. Non c' è ragione di far nascere le cucciolate per poi abbandonarle fra gli sterpi.

Ora, qui si sta solo facendo l’esempio di un Paese come l’America che ha fatto questa scelta... non si tratta che noi dobbiamo fare lo stesso, a meno che non ci sia un Referendum Popolare (sulla scia di questo nostro!), dove si chieda alla popolazione se è favorevole alla sterilizzazione obbligatoria per i cani giudicati da un’equipe medica non sani sotto l’aspetto riproduttivo, oppure, se è favorevole alla sterilizzazione obbligatoria ad esclusione dei cani di razza da riproduzione, gestito da persone competenti ...almeno sarebbe un tentativo per cercare di fare chiarezza in questa anarchia di disinformazione che, nella stragrande maggioranza dei casi, esiste... non si può negare... Sono poche le persone che si prendono la briga di leggere e informarsi prima di intraprendere l’impegnativa avventura con un cane!
Quindi allo stato attuale non esiste una Normativa che imponga al privato se fare o meno una o più cucciolate, tranne poi ritrovarsi con i canili sovraffollati, con il gran numero di abbandoni estivi, con cucciolate indesiderate frutto di calori “imprevisti”, ecc. ecc. ...

A mio parere, forse bisognerebbe iniziare a studiare un “piano di riproduzione canina” controllata... avvalendosi dell’aiuto di veterinari esperti, allevatori competenti, educatori cinofili... per cercare di mettere dei “punti fermi” in questa totale mancanza di informazioni che si spaccia per “libertà individuale” delle scelte... scelte che ricadono poi inevitabilmente sui cani e sulle future cucciolate, se non vengono preventivamente controllate da personale competente che ne regoli la riproduzione...
E chiaro che per fare ciò, oltre alla volontà degli addetti ai lavori, è necessario anche un impegno degli organi politici... (e qui la vedo più difficile (ma non impossibile) ...

P.S. quoto Cocker per quanto detto negli ultimi interventi, e spero che la sua filosofia di allevamento (e quello degli altri allevatori intervenuti qui), sia un modello di buon esempio che si può seguire...
Come disse the President: Yes we... CAN!


[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Remì il 22-09-2009 12:10 ]


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bracchetto
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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 12:16   
anna, il fatto è che secondo me nel mio mondo delle favole gli allevamenti di cani non dovrebbero esistere.
nel mondo reale una scelta "all'americana" sarebbe auspicabile, almeno per un certo periodo di tempo (tipo una decina d'anni) per ridurre il problema del randagismo e instillare una certa cultura nei proprietari di cani.


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MV46

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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 15:03   
dato che la discussione ci ha portato ad auspicare cosa sarebbe meglio fare, io avanzo un'altra proposta ( idealistica per un mondo ideale forse):

istituire dei Comitati provinciali all'interno dell'Ordine dei medici veterinari delle varie province italiane, i quali abbiano la funzione di controllare, deliberando o negando, i vari accoppiamenti; indipendentemente che si tratti di cani di razza o meticci.
Ovviamente questa procedura prevederebbe anche l'eliminazione della figura dell'allevatore privato. Nei comitati provinciali dovrebbero essere incluse figure professionali, laureate in medicina veterinaria ( magari istituendo specializzazioni apposite) che si occupassero dell'allevamento, il quale, in un certo senso, verrebbe " statalizzato".
Inoltre, dal momento che il problema del randagismo, così come il problema di cani di razza prodotti da cagnari, è grave quanto alcune malattie come la leishmaniosi e la displasia ( per citarne due tra le più temute e popolari), proporrei anche l'offerta ai vari membri di tali Comitati di sviluppo e regolamentazione dell'allevamento cinfolio, la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento, meetings e convegni sulle questioni relative all'accoppiamento. Proprio come oggi fanno i medici veterinari quando vogliono approfondire, o specializzarsi, su una determinata patologia.


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Cocker

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  Post Inserito 22-09-2009 alle ore 15:35   
Quote:
Se in futuro ci fosse veramente una riduzione di cani nei centri allora potrei dire che si potrebbe cominciare a parlare di selezione e se mai un giorno partire come allevatore dei meticci...
Non sarebbe bello!!!
che cosa ne pensate..



che la selezione del meticcio, trasformerebbe comunque il meticcio in un cane di razza perchè porterebbe comunque all'uniformazione di determinati caratteri.

Quote:
quello che mi piacerebbe capire è se la scienza veterinaria considera l'allevamento di cani (in generale, casalingo e professionistico) un problema perchè è una pratica che permette a patologie ereditarie di perpetuarsi nelle generazioni future, OPPURE no...



Quote:
Anche perchè, sino ad ora, ho conosciuto veterinari ( e ne ho conosciuti veramente tanti tanti a Firenze e Pisa, specialmente durante i mesi di malattia della mia vecchietta ) che ogni volta pronunciata la parola allevatore, non facevano facce troppo felici...onestamente, se devo dirla tutta, spesso mi sono sentita complimentare per la mia scelta di prendere un bastardino piuttosto che un cane di razza...ma magari ho frequentato solo io una sola " fazione"...



Dipende dal veterinario, il veterinario che si complimenta per la scelta di cuore di avere un meticcio dovrebbe essere lo stesso che si complimenta per la scelta di aver preso un cane di razza da un Allevamento serio...così è stato per uno dei cani da me ceduti ad una bravissima persona che ha anche tre trovatelle tutte in situazioni brutte ma che si è voluta concedere un Cocker...il veterinario si è infatti complimentato, non per un discorso di standard, dato che fondamentalmente il veterinario non si presuppone sia un esperto di "razze" (anche se ci può stare che lo sia), ma per l'aver fatto una ricerca accurata, aver preso un cane con determinate sicurezze (carta canta come si svuol dire).

Io dal canto mio credo assolutamente che la figura del veterinario e allevatore non vadano in direzioni opposte, ognuno ha un ruolo preciso e dovrebbero collaborare. C'è poi la figura di veterinario-allevatore e sono diversi, i miei cani attuali sono sempre stati seguiti da veterinari che sono anche allevatori.

Il veterinario può avere un ruolo importante nello spingere e consigliare anche i privati che hanno fatto una scelta frettolosa prendendo un cane di razza dal primo che capita, a fare dovuti test per essere sicuri della salute del cane,e spingere questi privati poi presi dalla voglia di far riprodurre il loro cane ad una scelta accurata o anche nel dire "è meglio evitare".



Quote:
la razza non esiste, non è una categoria scientifica ma un'invenzione dell'uomo. una categoria di praticità per suddividere ulteriormente la specie (umana, canina, bovina non fa differenza). l'essere umano è sì un animale sociale, ma tende ad identificarsi un piccoli gruppi per similitudine, come a dire: sociale sì, ma nel mio piccolo nucleo di esseri per quanto possibile assimilabili a me (bianchi, anglosassoni, protestanti è solo un esempio, forse il più noto).
la stessa tendenza all'assimilazione fra simili è quella che secondo me porta a selezionare e modificare l'ambiente circostante verso forme note e "standard".
ai criteri di utilità pura (il cane X è il più bravo a tenere il gregge, anche i figli di X sono molto bravi, quindi se io scelgo sempredi far riprodurre i migliori avrò buoni cani per tenere il gregge. se il vicino ha un cane migliore sono disposto a pagare per un suo cucciolo) si sono sostituiti canoni estetici e più in generale di gradimento (il cane da pastore Y non sa dove stia la testa e dove il sedere di una pecora e non lo imparerebbe nemmeno sotto tortura, ma fa pendant con il mio tappeto...sono disposto a pagare per averlo).
il criterio quindi è slittato dall'utilità alla moda, spesso sotto la spinta pubblicitaria (il cane di "the mask", quello della carta igienica, quello dei 101, quello del telefono, tequila e bonetti, rex, lassie... quante ne abbiamo viste nel corso degli anni?).
cosa succede quando un cane di una razza che nessuno conosce balza all'onore delle cronache? succede che tutti lo vogliono, e gli allevatori trovano una facile possibilità di guadagno... si inizia a riprodurre a dismisura tutti i cani che somigliano seppur vagamente a quello di moda.
i riproduttori sono sani? chissà!
i riproduttori sono equilibrati? chissà!
i riproduttori sono esenti da tare genetiche? chissà!
l'importante è produrre cani in catena di montaggio, e vendere, vendere vendere.
che nel mucchio ci scappi un problema congenito, è ovvio; che il problema si stabilizzi nella genealogia è storia già vista molte volte.



convenzionalmente la razza non esiste, ma a livello pratico ci sono delle razze primitive che si sono mantenute senza l'intervento dell'uomo per molti secoli e che oggi sono selezionate per essere tutelate dato che le condizioni moderne attuali non permetterebbero più la diffusione e la permanenza.

Il problema che tu evidenzi è il problema che gli Allevatori seri combattono...sono i cagnari che giocano sui numeri mettendo da parte tutto pur di vendere, data la moda.
Con i Cocker si è avuto questo problema negli anni '70-'80 la riproduzione basata solo sulla quantità da parte di certuni ha causato la nascita di soggetti nevrili, problema circoscritto ai fulvi che erano i più richiesti, questa diffusione ha poi portato un allontanamento da parte di quelli non realmente interessati dalla razza e andando nuovamente avanti principalmente soltanto chi di dovere, le persone Serie sia allevatori che privati, si è ritornati sulla retta via, considerando il fatto che queste persone serie non l'avevano mai abbandonata ma si erano visti affiancare da quelli che badavano ad un guadagno. Problema che può tranquillamente ripresentarsi oggi e anche peggio perché ora c'è la diffusione dei cani importati dai negozianti dall'est europa e secondariamente non meno grave (anche se magari i cuccioli sono cresciuti con cura e in famiglia) l'accoppiare indistintamente questi soggetti.
In ogni settore c'è la persona seria e la persona che bada ai propri interessi, ma proprio tutti i settori, ma sarebbe ora di fare una netta distinzione e non fare di tutta l'erba un fascio.




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Logan24

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Mav46 veterinari e allevatori sono figure professionali diverse, non è affatto detto che un veterinario sia interessato all'allevamento,

Ho conosciuto personalmente veterinari che di allevamento non ci capiscono veramente un'h, per cui cosa vuoi che allevino?
Il veterinario, essendo un medico dovrebbe conoscere il cane internamente per quel che riguarda il funzionamento biologico..Ma conoscere una razza, le linee di sangue, la mappa caratteriale, il tipo ideale, i difetti etc etc..è un'altra cosa.
Lasciamo ad ognuno il suo mestiere.
Certamente l'allevatore deve avere delle basi di biologia e genetica, altrimenti non può operare..ma l'arte di allevare si apprende sul campo con anni di esperienza, non di certo alla facoltà di medicina veterinaria.
Ci sono anche allevatori veterinari, ma sono cmq pochi casi di medici che vivono anche la passione per la cinofilia.

Purtroppo sempre per la mancanza di cultura cinofilasi tende a pensare che il veterinario sia la figura di riferimento per ogni problema riguardante gli animali. Ma rendiamoci conto che il veterinario non può essere onnisciente, non per niente esistono diverse specializzazioni che stanno affermandosi anche in veterinaria.
Quante persone chiedono ancora al veterinario come educare il cane o come risolvere determinati problemi comportamentali? Non è affatto detto che il veterinario possa rispondere a queste domande, di competenza semmai di un educatore cinofilo o di un vet comportamentalista.
Personalmente mi è capitato di assistere ad una veterinaria, che di fronte ad un cane spaventato e tremante consigliava alla proprietaria di rassicurarlo accarezzandolo e parlandogli...
il che è proprio ciò che serve per terrorizzarlo ancora di più.
Questo per dirti che il veterinario non è tenuto ad avere conoscenze etologiche che invece un educatore deve avere, nè la competenza necessaria ad allevare, che non può non avere invece chi seleziona una determinata razza.



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Cocker

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dato che la discussione ci ha portato ad auspicare cosa sarebbe meglio fare, io avanzo un'altra proposta ( idealistica per un mondo ideale forse):

istituire dei Comitati provinciali all'interno dell'Ordine dei medici veterinari delle varie province italiane, i quali abbiano la funzione di controllare, deliberando o negando, i vari accoppiamenti; indipendentemente che si tratti di cani di razza o meticci.
Ovviamente questa procedura prevederebbe anche l'eliminazione della figura dell'allevatore privato. Nei comitati provinciali dovrebbero essere incluse figure professionali, laureate in medicina veterinaria ( magari istituendo specializzazioni apposite) che si occupassero dell'allevamento, il quale, in un certo senso, verrebbe " statalizzato".
Inoltre, dal momento che il problema del randagismo, così come il problema di cani di razza prodotti da cagnari, è grave quanto alcune malattie come la leishmaniosi e la displasia ( per citarne due tra le più temute e popolari), proporrei anche l'offerta ai vari membri di tali Comitati di sviluppo e regolamentazione dell'allevamento cinfolio, la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento, meetings e convegni sulle questioni relative all'accoppiamento. Proprio come oggi fanno i medici veterinari quando vogliono approfondire, o specializzarsi, su una determinata patologia.



Per il discorso che facevo prima i veterinari hanno delle competenze gli allevamenti altri...un veterinario non può sindacare su quali accoppiamenti possono essere fatti e quali no.
Né farebbero tra l'altro le spese SOLO ed ESCLUSIVAMENTE gli animali certificati degli allevamenti seri e sai perché? perché un allevatore serio ha delle carte da presentare dopo 25gg dalla nascita dei cuccioli ed entro 90gg altri moduli, quindi i cuccioli "vengono fuori"...ma gli altri? Le cucciolate fai da te dei privati e cagnari, le cucciolate dei meticci fatte in casa...che fanno comitati di perqisizione domestica?
Gli allevamenti GRANDI (principalmente quelli professionali, con tot cani e numero di cuccioli) sono già ben controllati dalle ASL e se le cose non sono in regola fioccano le multe.
Per sindacare determinati accoppiamenti c'è l'ENCI, che già per certi aspetti lavora in tal direzione, e c'è il "codice etico dell'allevatore"...ma anche lì sono i soci e quindi chi già si presuppone abbia coscienza in quel che fa (anche se non è sempre così) che rientra in questo giro.

Il problema è la mancanza di controllo generica, ma lì c'è poco da fare, perché a livello di legge proprio non si può privare la libertà altrui...ma una bella legge vietando la vendita dei cani nei negozi sarebbe già un passo in avanti (e non solo il tenerli in vetrina), perché almeno in questo alcuni sarebbero scoraggiati dal prendere tanti cani per giocare con il cuore della gente che non sa resistere dietro al vetro al visino di un cucciolo. Ma continuerebbero a vendere sotto prenotazione e quindi legge più adatta sarebbe poi il vietare le importazione dei cani dell'est (non dagli allevamenti buoni ovviamente)ma quelli che arrivano tramite grossisti. A quel punto l'obbligo dei veterinari di far partire rapporti per quei cuccioli che vanno da loro di provenienza sospetta.

Quote:
Nei comitati provinciali dovrebbero essere incluse figure professionali, laureate in medicina veterinaria ( magari istituendo specializzazioni apposite) che si occupassero dell'allevamento, il quale, in un certo senso, verrebbe " statalizzato".



Statalizzato? facciamo anche un regime dove si vietano imprese private? Mi sembra un déjà vù, anche se non Italiano.

Quote:
proporrei anche l'offerta ai vari membri di tali Comitati di sviluppo e regolamentazione dell'allevamento cinfolio, la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento, meetings e convegni sulle questioni relative all'accoppiamento. Proprio come oggi fanno i medici veterinari quando vogliono approfondire, o specializzarsi, su una determinata patologia.



Anche qui, nella affermazioni varie ci sono molti qualunquisismi, perché il fatto che si sia a non conoscenza di certe cose non vuol dire che non ci siano. Corsi di aggiornamenti, meeting, ci sono eccome se ci sono...organizzati da veterinari, club di razza, ...
Proprio due week end passati il CIS ha organizzato due giorni dedicati al Cocker, con tanto di conferenza sulle patologie ereditarie, tenuta da un veterinario competente in materia, aperta non soltanto ad allevatori e soci ma a chiunque volesse prenderne parte.

Se è per questo c'è un corso di laurea in "Tecniche di Allevamento del cane di razza ed educazione cinofila"...che può essere un punto di partenza o aggiuntivo per chi vuole intraprendere questa strada.

Quello che forse non riesce a passare come messaggio è che chi lavora seriamente è già più che controllato, chi lavora seriamente si lascia affiancare da chi di dovere per seguire al meglio i propri cani, chi lavora seriamente butta soldi su soldi per testare i propri cani ed avere la certezza di far accoppiamenti sicuri...
...chi lavora seriamente si espone in prima persona, perché dietro un sito, dietro un annuncio, o dietro un cucciolo, ha un nome, una faccia, e tutto quello che fa è comunque riscontrabile.

Il problema è tutto quello che sta "all'ombra", tutti quelli che possono operare tranquillamente perché tanto neanche si sa chi sono e cosa fanno.

Il veterinario poi che può stabilire se due meticci sono da accoppiare o meno? Nessun veterinario potrebbe far una cosa simile, perché potrebbe limitarsi a dire che madre e padre sono in buona e robusta costituzione e cioé è come di un iceberg vederne solo la punta.


Quote:
nel mondo reale una scelta "all'americana" sarebbe auspicabile, almeno per un certo periodo di tempo (tipo una decina d'anni) per ridurre il problema del randagismo e instillare una certa cultura nei proprietari di cani.



io non sarò mai a favore di un qualsiasi movimento che porti alla morte di un essere vivente...meglio prevenire che curare. La situazione è questa perché è degenerata, ma comunque non devono rimetterci i cani adesso, che già sono quelli che ne pagano più le spese.


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Cocker

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Quote:
Ho conosciuto personalmente veterinari che di allevamento non ci capiscono veramente un'h, per cui cosa vuoi che allevino?
Il veterinario, essendo un medico dovrebbe conoscere il cane internamente per quel che riguarda il funzionamento biologico..Ma conoscere una razza, le linee di sangue, la mappa caratteriale, il tipo ideale, i difetti etc etc..è un'altra cosa.
Lasciamo ad ognuno il suo mestiere.
Certamente l'allevatore deve avere delle basi di biologia e genetica, altrimenti non può operare..ma l'arte di allevare si apprende sul campo con anni di esperienza, non di certo alla facoltà di medicina veterinaria.
Ci sono anche allevatori veterinari, ma sono cmq pochi casi di medici che vivono anche la passione per la cinofilia.

Purtroppo sempre per la mancanza di cultura cinofilasi tende a pensare che il veterinario sia la figura di riferimento per ogni problema riguardante gli animali. Ma rendiamoci conto che il veterinario non può essere onnisciente, non per niente esistono diverse specializzazioni che stanno affermandosi anche in veterinaria.



quoto pienamente, così come l'allevatore per un problema medico deve riferirsi al veterinario, così il veterinario non può interferire nell'allevamento in tal senso. Altrimenti un domani che facciamo? mettiamo un comitato di allevatori sull'operato dei veterinari? (ironico)...comunque ad ognuno il suo...

I veterinari non possono avere competenza di oltre 300 razze nello specifico, possono avere una passione cinofila per una o più razze come tutti.

Così come gli allevatori non sono esperti di razze, ma delle razze di cui si occupano...gli stessi giudici per conoscere lo standard delle razze si specializzano con esami di volta in volta...

Quote:
Quante persone chiedono ancora al veterinario come educare il cane o come risolvere determinati problemi comportamentali? Non è affatto detto che il veterinario possa rispondere a queste domande, di competenza semmai di un educatore cinofilo o di un vet comportamentalista.
Personalmente mi è capitato di assistere ad una veterinaria, che di fronte ad un cane spaventato e tremante consigliava alla proprietaria di rassicurarlo accarezzandolo e parlandogli...



Si presuppone una conoscenza comunque dei cani e che quindi il veterinario possa dare informazioni di base a riguardo...ma poi appunto se il problema va oltre le proprie competenze si dovrebbe indirizzare la persona verso un comportamentista o un educatore cinofilo.


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